(Ho scritto un articolo sull’umorismo per Sette, il magazine del Corriere della Sera.)
Non so se viene siete accorti ma non sappiamo più ridere. La risata è stata degradata a sciocchezzaio, bolla, vacuità permalosa. C’è stato un momento in cui abbiamo cominciato a comportarci come il personaggio di Robert De Niro nel Cacciatore, quando sopravvive alla roulette russa e viene preso da un attacco isterico di risate. Solo che non avevamo una pistola alla tempia. A cosa eravamo sopravvissuti? Alla fame, alla guerra, agli anni Settanta, a Drive-In, d’accordo. Ma c’era bisogno di arrivare a tanto? Quando tutto è diventato umorismo, l’umorismo si è svuotato di senso.
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