(Ho scritto una recensione su Lettere alle amiche di Louis-Ferdinand Céline, Adelphi.)
… L’amore, già. E amoroso sapeva esserlo, come sa bene chiunque abbia letto il Viaggio al termine della notte e l’estremo commiato – dolcissimo, in un libro furibondo – con Molly: “L’ho abbracciata Molly con tutto il coraggio che avevo ancora nella carcassa. Avevo una gran pena, autentica, una volta tanto, per il mondo intero, per me, per lei, per tutti gli uomini. È forse questo che si cerca nella vita, nient’altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi prima di morire.” Ecco allora tornare in libreria, onerato dalla pena amorosa, il mostro strisciante, mellifluo, esilarato, l’angolo cieco del Novecento, come una bestia circondata dalle belle: di nuovo nel catalogo Adelphi, che già annovera la sua tesi di laurea (Il dottor Semmelweis), ma questa volta con una serie di carteggi sessuali e sentimentali, ossia le Lettere alle amiche, un interessante libretto a cura di Colin W. Nettelbeck, in verità pubblicato da Gallimard nel 1979 (traduzione di Nicola Muschitiello, pp. 257, € 15)…
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