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All’amica distante

Me la vedo adagiata mentre legge

(senz’altro qualche russo, esiliato

o fuorilegge) vestita come tutte le altre

sere: sigaretta light e mutandine nere.

 

Avrà in mano Majakovskij? o Fuga da Bisanzio?

o poesie della Valduga? Ahi, queste

le danno un languore, un’indolenza…

Quelle mutandine strette? Si può

certo fare senza. L’amica pensa a me,

lontano. Al posto di Iosif Brodskij,

ci vorrebbe la mia mano.

 

Insomma dai, in quel piccante

frangente, il libro galeotto ha poco senso,

lo vedo scivolare e cadere

lentamente. Tocca alla letteratura

delle dita lente.

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