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Racconti da ridere

Ho curato per Einaudi un’antologia di racconti umoristici. Si intitola Racconti da ridere e, oltre a una mia introduzione, ci sono  racconti di P.G. Wodehouse, Achille Campanile, Dorothy Parker, Alan Bennett, James Thurber, Stefano Benni, Irvine Welsh, David Sedaris, Nora Ephron, Martin Amis, Tiziano Scarpa, Charles Bukowski, Umberto Eco, Margaret Atwood (inedito), Mark Twain, Michele Mari, Slawomir Mrozek, Anton Čechov, Nikolaj Gogol’, Jørn Riel, Joe R. Lansdale, Donald Barthelme, Heinrich Böll.

Qui la pagina sul sito dell’editore.

Qui un estratto dell’introduzione uscito per il magazine del Sole 24 Ore.

Qui un’intervista su Letteratitudine.

Have fun.

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Il Grande Romanzo Americano – IL

great_american_novel_cartoon_by_mark_anderson_8791(Ho tracciato per IL una mappatura – abbastanza estensiva, a dire il vero – con ventiquattro esemplari del cosiddetto Grande Romanzo Americano. C’è qualche presenza immancabile, qualche esclusione illustre e qualche forzatura. D’altra parte è un giochino. Spero che magari qualcuno si metta a leggere, ad esempio, un capolavoro come Uomo invisibile, di Ralph Ellison, letto pochissimo in Italia e pubblicato da Einaudi.)

Nathaniel Hawthorne, La lettera scarlatta (1850). Dopo una serie di racconti emblematici (A come allegoria), uno scrittore di mezza età (A come autore) esordisce nel romanzo con una storia sulla relazione tra una donna sposata e un uomo di chiesa (A come adulterio), con tanto di figliola. Analisi del puritanesimo che vale ancora oggi: A come America.

Herman Melville, Moby Dick (1851). L’autore di alcuni romanzi di successo prende la balena per le pinne e uccide il campionato del GRA per sempre. L’ossessione shakespeariana, gli echi biblici, la bianchezza del male. Fu un flop, poi riemerse.

Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn (1885). Bollato erroneamente come libro per bambini, è per Hemingway il primo cristallino vagito della letteratura americana. Huck e il nero Jim scappano lungo il Mississippi in zattera e il lettore, oltre a un Paese razzista, scopre il primo di tanti eroi scapestrati: «Santo Huck», come scrisse Nick Cave.

(Continua a leggere su IL.)

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