…E cosa c’è di meno attraente per un popolo di aspiranti-scrittori/svogliati-lettori di un libro (da leggere!) sulle frustrazioni dello scrivere? Nulla, verrebbe da dire. Se non fosse che così facendo si perderebbe la possibilità (tra le altre cose) di godersi questa deliziosa raccolta di racconti, battute, aforismi del giovane Marco Rossari (classe ’73 quindi, per i parametri nostrani, ancora suscettibile della consolante definizione anagrafica), che si presenta sugli scaffali con un titolo a effetto che ha tutto il sapore di una drastica dichiarazione di intenti: L’unico scrittore buono è quello morto…
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