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Le stanze degli scrittori

foto-3Quelli di Archivio Caltari mi hanno chiesto di buttare giù due righe sul posto dove scrivo.

La scrivania è stata acquistata almeno dieci anni fa presso una grossa multinazionale svedese dell’arredamento. Ci ho scritto tre libri: due sono stati pubblicati e l’altro no. Il destino di quest’ultimo Coso è uno dei miei crucci: essendo stato rifiutato da tutti gli editori (non l’ho proposto a quelli a pagamento, perché se avessero detto no anche loro non so come l’avrei presa), per qualche misteriosa ragione ho cominciato a dubitarne e quindi a modificarlo. Il Coso ha cambiato forma, si è espanso in direzioni inaspettate, a volte non mi rendo nemmeno conto di lavorare a quel libro. È la Torah di se stesso, la chiosa della chiosa.
Comunque dietro la scrivania c’è il letto. Intorno al computer, si notano:

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Perdersi è meraviglioso. O: sei cose che in comune hanno solo me. O: le tag come cadavere squisito.

La lettura di domenica alla Libreria Centofiori tratta dai libri di Carlo Emilio Gadda ha avuto una benevola recensione da Anna Albano.

È uscito il tascabile di un libro a cui ho voluto bene. Sto parlando di Ferito, di Percival Everett, prima pubblicato da Nutrimenti e ora in edizione economica da BEAT.

Leonardo Merlini mi ha chiesto di commentare l’addio alla scrittura di Philip Roth. Ho detto la mia qui e qui.

Domani sarò ospite in diretta di Tourette, la formidabile trasmissione radio condotta da Giulio D’Antona e Matteo Scandolin, dalle 21 in poi.

È in edicola il nuovo numero di Rivista Studio. C’è un mio pezzo su miserie e miserie del lavoro editoriale. Qui i succosi contenuti.

Venerdì sera, in Santeria, io e Francesco Graziosi, traduttore del libro, presenteremo il volume di interviste a David Lynch appena pubblicato da Minimum Fax, Perdersi è meraviglioso. Qui tutte le informazioni.

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BookCity

Questo fine settimana a Milano ci sarà BookCity.

Io parteciperò a due cosucce.

Sabato sera leggerò qualcosa di inedito durante la serata al Museo della Scienza e della Tecnica.

Domenica mattina, tutto solo, farò una lettura a cui tengo molto, una “Giornata dell’Ingegnere” cucita con una serie di estratti dai libri di Carlo Emilio Gadda, come da splendida locandina (e grazie a Tullio Pericoli che ci ha concesso di usare il magnifico disegno).

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“Un Woody Allen presbite nella Milano di Gadda.” Daniela Ranieri, Panorama.it

Fossi stato russo, avrei detto che eri il Mastroianni russo.

È la mia più grande ambizione, ma non so da quale dei due elementi cominciare. Aspetta, forse Carmelo Bene era il Majakovskij italiano, si potrebbe inventare una teoria della metempsicosi infranazionaletteraria, una specie di reincarnazione pseudocasuale tra artisti e affini. Uno spettro s’aggira per l’Europa e vuole la sua fetta di artisticità attraverso una definizione banalizzante.

(Continua a leggere l’intervista sul blog di Daniela Ranieri.)

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