(Qualche tempo fa mi sono messo a scrivere poesie per ragazzi. Traducevo molto e in pausa, mangiando qualcosa, mi divertivo a tirare fuori qualche rima alla Scialoja, con l’idea magari di farle leggere ai miei nipoti. Col tempo, in attesa di un illustratore e di un editore, le poesie sono rimaste lì a formare un libretto dal titolo Il gatto di Platone e altri animali e i miei nipoti sono arrivati quasi in età da rave, allora ne posto qualcuna qui.)
Il gatto di Platone
si fa una dormita:
ha rubato al padrone
il senso della vita.
*
Sullo stelo
per i fans
l’ape fa
lap dance.
*
L’ippopoeta nel talamo
scrive t’amo con il calamo.
E le ippopotame lo amano.
*
Il ragno nero e peloso
lo cacciavano sempre via.
È diventato pensoso
e discetta di filosofia.
*
La mosca bianca
e la pecora nera
giocano a scacchi
quando scende la sera.
*
(Il bruco innamorato)
Non è la polpa buona,
che cerca nella mela
ma solo un’altra volta
il tocco lieve di Eva.
*
Nella palla di vetro
dello zingaro ucraino
il pesce rosso tetro
vede il suo destino.
*
Quando il bruco
balla il tuca tuca
faticando a coordinarsi
s’intorciglia con la bruca.
*
Se il lupo luma
la luna, all’una
la luna s’allupa.
*
Il grido a squarciagola
nella vasca da bagno
della donna ignuda e sola
attende, bieco, il ragno.
*
Risale il salmone
tra una rapida e un sasso
per guardare il tonno
dall’alto in basso.
*
Il gatto
di Matisse
dipinge con
le sue vibrisse.
*
Quando gli si rompe il radar
al pipistrello resta il tavor.
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