C’è una parte della mia inesausta attività di ufficio stampa da osteria – attività molto prossima al volontariato – che si appoggia su qualcosa di simile alla pubblicità comparativa. Voglio dire: a un certo punto siamo lì, davanti a contenitori di alcool di varia natura e bicchieri pieni, e si parla di libri. E il mio interlocutore, magari, mi nomina un romanzo che lo ha illuminato per i suoi contenuti, la sua saggezza, le sue belle frasette profonde.
Continua a leggere sul Fatto quotidiano.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.