“Se la poesia è dappertutto non è da nessuna parte”. Il terreno della metaletteratura, si sa, è pericolosissimo. Se lo si affronta, tuttavia, con ironia tagliente e disincanto surreale – nutrito da un bagaglio letterario raffinatissimo – il risultato è sorprendente. L’unico scrittore buono è quello morto di Marco Rossari racconta, mediante una serie di “ritratti”, di varia lunghezza, il mondo degli scrittori e della scrittura in modo acuto e sferzante. (…)
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