C’era una volta un paese lontano, tra gli infissi dell’ultimo cielo. E lì viveva un omino, schiacciato dal peso di troppe parole, che per non soffocare doveva per forza appoggiarle su un foglio. Farle sgorgare per liberarsene un po’. Potrebbe essere un ottimo inizio, forse. Ma non è quello di questo libro.
L’ispettore si chinò sul cadavere. Lo vide straziato, come se ancora soffrisse, come se stesse tremando dell’ultima frase, dipinta sui muri, increspata nei biglietti che non spedì mai. Anche questo potrebbe convincere, sempre forse. E comunque non è il nostro caso.
E allora qual è il vero avvio? Come comincia la nostra storia?
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